Infanzia e Adolescenza
Il sonno dei bambini

Conosco Massimo durante un ricovero presso il reparto psichiatrico dei Disturbi dell’Umore a causa di un episodio di Depressione Maggiore diagnosticato dal suo medico psichiatra curante. Egli riferisce la necessità di iniziare un percorso psicoterapeutico data la sua sofferenza interiore dovuta alla recente separazione dalla moglie.

Già nello stato fetale si identifica un ritmo sonno-veglia sincronizzato in maniera opposta rispetto al ritmo della madre: il feto dorme nel momento in cui la madre è sveglia e si attiva mentre la mamma riposa. In merito a ciò, Freud aveva osservato che l’utero funge da barriera difensiva nei confronti del piccolo proteggendolo dai costanti stimoli e consentendogli di riposare; dopo il parto, il neonato necessita dell’aiuto dei genitori per ripararsi dall’esterno e dormire.

Il sonno è uno stato di minore ricettività agli stimoli esterni e rappresenta uno dei principali facilitatori dei processi di riparazione e sviluppo della mente e del corpo. Per tali ragioni, esso è particolarmente importante durante l’infanzia e l’adolescenza, momenti cruciali di crescita in cui l’individuo necessita di un numero maggiore di ore di riposo. I bambini ed i ragazzi che dormono meglio e per un periodo più prolungato presentano maggiori capacità di memoria e concentrazione, quindi beneficiano di un migliore sviluppo cognitivo ed anche sociale.

Il sonno ha una sua specifica architettura

Il sonno ha una sua specifica architettura: troviamo le fasi di sonno REM (Rapid Eye Movement) chiamato “sonno paradosso” poiché occhi e cervello sono molto attivi e le EEG (registrazioni elettriche del cervello) sono molto simili a quelle della veglia, ma non il tono muscolare che è completamente rilassato nell’adulto e nel bimbo di oltre i due anni, mentre il neonato mostra movimenti del viso e delle estremità del corpo. Il sonno NREM (non REM) è tranquillo, privo di attività e viene distinto in quattro fasi diverse, dalla più leggera (fase 1) alla più profonda (fase 4). Nei neonati le fasi di sonno profondo sono, a dispetto di quello che si può credere, più lunghe rispetto alle altre. Certo è che, durante ogni fase leggera, il piccolo voglia il contatto con il genitore e ciò rende molto difficile il riposo dell’adulto. I bambini hanno temperamenti diversi che manifestano anche attraverso il sonno e, talvolta, diventa difficile riportare un bimbo molto attivo al sonno profondo. La situazione spesso può diventare esasperante e generare pensieri negativi, rabbia e frustrazione, nonché sensi di colpa circa le proprie capacità di saper gestire il figlio.

I ritmi fisiologici diversi

Bambini e adulti hanno dei ritmi fisiologici molto diversi ed è difficile trovare un punto d’incontro che coniughi le esigenze di entrambi. A tal proposito, esistono molte riviste, articoli e libri specializzati in strategie di aiuto educazionale per i piccoli insonni. Tendenzialmente, i genitori seguono due schemi di atteggiamento contrapposti: quelli spinti da una condotta materna e aperta ad ogni manifestazione del figlio e quelli che agiscono sulla base di ferrei principi comportamentali.
Il sonno è una funzione fisiologica strettamente correlata alla nutrizione ed allo svezzamento ed è dipendente dalla modalità di accudimento materno e paterno ed anche dal rapporto di coppia, che risulta essere altrettanto determinante. Al neonato, con le nuove ricerche neuropsicologiche, vengono oramai riconosciute molte capacità: egli risulta essere molto sensibile nell’avvertire le emozioni delle persone che si occupano di lui e di rispondere ad esse. Ecco, quindi, che molte delle difficoltà di crescita e di relazione familiare trovano espressione nell’ambito dei bisogni fondamentali, come il sonno.

Sonno e nutrimento

Sonno e nutrimento sono i campi in cui l’adulto sperimenta il proprio affetto, la propria disponibilità e la capacità di dare limiti ed è giusto che vi sia un’alternanza equilibrata di tutti questi fattori (ma spesso i genitori non ne sono convinti e si sentono in colpa) che permetta al bimbo di svilupparsi a tutti i livelli. I genitori che lavorano e si assentano da casa per tutta la giornata, spesso non sono sincronizzati con le tappe evolutive del bambino, il quale andrebbe piano piano accompagnato verso una separazione-individuazione dai genitori, mentre in realtà si verifica che la notte venga vissuta come un’opportunità per stare insieme.
Il piccolo necessita di aiuto nell’affrontare la propria crescita fisiologica, cognitiva ed affettiva, ma anche i genitori hanno bisogno di aiuto nel capire i propri sentimenti e le proprie difficoltà che incontrano durante l’evoluzione con il bambino.

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