Sistema della ricompensa tra dipendenza e motivazione

sistema della ricompensa tra dipendenza e motivazione

Ogni qualvolta proviamo sensazioni di piacere, soddisfazione o gratificazione siamo indotti a ripetere il comportamento che le ha generate. Si parla così di sistema della ricompensa o reward system per indicare una sorta di dipendenza psicologica da ciò che suscita in noi emozioni positive e appaganti. In questo gioca un ruolo importante la dopamina, un neurotrasmettitore in grado di influenzare il nostro comportamento, andando oltre quelle che potrebbero essere semplici motivazioni fisiologiche, come la ricerca di cibo spinta dalla fame. 

Ma vediamo più nel dettaglio che cos’è il sistema della ricompensa, come funziona e qual è il rapporto con la dipendenza psicologica. 

Sistema della ricompensa: significato e funzionamento 

Attività come bere, mangiare o riprodursi sono da considerarsi “normali” per un essere umano, perché legate a motivazioni fisiologiche, cioè in grado di offrire una ricompensa naturale, fonte di piacere e appagamento. Il motivo risiede nel fatto che tutte le volte che mettiamo in atto un comportamento che genera in noi sensazioni piacevoli e positive, il nostro cervello rilascia un certo quantitativo di dopamina, capace di mettere in moto l’individuo per ottenere una ricompensa, fungendo da rinforzo allo stimolo. Per circuito o sistema della ricompensa si intende quel meccanismo che è alla base del comportamento umano e che permette di apprendere dall’esperienza. Il funzionamento del circuito di ricompensa consta proprio nell’attitudine a ripetere quelle attività che generano benessere e piacere, innescando un meccanismo di dipendenza da tali sensazioni. Che si tratti di una gratificazione di tipo fisico o psicologico, la messa in circolo della dopamina attiva il circuito della ricompensa

Studi e origini del sistema della ricompensa

I primi studi sul tema della ricompensa e sul ruolo della dopamina risalgono a Olds e Minler negli Anni ‘50. Attraverso un esperimento di elettrostimolazione praticato su dei topi, i due studiosi per la prima volta ipotizzarono il ruolo dei neuroni dopaminergici nell’attivare i centri di ricompensa (o centri di piacere) del cervello, innescando il meccanismo della gratificazione e della ricompensa. Alcuni anni dopo, seguirono gli esperimenti di Pavlov, il quale dimostrò che gli animali tendono a ripetere un comportamento a seguito di uno stimolo positivo, ossia di una ricompensa. In entrambi gli esperimenti la gratificazione “artificiale”, cioè quella indotta dallo stimolo fornito dallo scienziato, veniva preferita alla gratificazione “naturale” e fisiologica, quella del cibo e della riproduzione: una volta sottratto lo stimolo, gli animali si lasciavano morire di inedia. 

Sistema della ricompensa e fenomeno della dipendenza

Come dimostrato anche da questi primi studi sul sistema della ricompensa, le evidenze sembrano confermare che, una volta innescato un meccanismo di dipendenza, i gratificatori artificiali vengono preferiti a quelli naturali. Ed è questo quello che avviene in caso di dipendenze psicologiche, laddove i centri del piacere e il meccanismo di ricompensa viene attivato da sostanze spesso dannose per l’organismo come l’elevato contenuto di grassi del junk food, l’alcol, sostanze stupefacenti. Come per ogni dipendenza, l’assunzione di una determinata sostanza o la ripetizione di un comportamento inducono sensazioni di euforia e piacere che favoriscono la produzione di endorfine che, a loro volta, favoriscono il rilascio della dopamina. 

Uscire dal circolo vizioso del sistema della ricompensa e delle dipendenze che è in grado di innescare richiede, prima di tutto, una forte consapevolezza. Un aiuto qualificato da parte di uno psicologo, in grado di indirizzarci verso un percorso di psicoterapia, può aiutarci a porre fine al comportamento che genera assuefazione patologica.

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