Disturbi d’ansia
Disturbi d’ansia
Sono caratterizzati da preoccupazione e paura spesso eccessiva e talvolta ingiustificata che causa sintomi fisici (come ad esempio, sudorazione, tachicardia, senso di vertigini, insonnia, problemi gastro-intestinali, tensione muscolare) di lieve o grave entità tali per cui viene alterato significativamente il funzionamento e la qualità di vita dell’individuo.
Appartengono al Disturbo d’ansia:
Disturbo di Ansia Generalizzata (GAD)
Psicologo disturbi d’ansia Milano
Il miglior psicologo per disturbi d’ansia a Milano
La Dott.ssa Alessia Santoro lavora come psicologo per disturbi d’ansia a Milano e come psicologa esperta di attachi di panico e problemi relativi all’ansia a Milano.
In cui la preoccupazione è eccessiva e non è motivata da una causa specifica ma è diffusa ai diversi ambiti della vita dell’individuo (lavorativo, familiare, personale, relazionale, ecc.). Il grado di tensione è presente pressoché per tutto l’arco della giornata e, durante la notte, procura problemi di insonnia.
Il soggetto è preso da un costante rimuginio che lo porta ad aggravare erroneamente piccoli aspetti della vita presente e futura. È come se l’individuo si trovasse sempre in uno stato di allerta ed agitazione tale per cui spende un elevato quantitativo di energie avvertendo la sensazione di costante fatica e difficoltà di concentrazione. Spesso il GAD è associato a mancanza di appetito e perdita di peso corporeo.
Disturbo di Panico (DAP)
È caratterizzato dalla comparsa improvvisa di crisi di panico che consistono in un aumento eccessivo della sensazione di paura così intensa da provocare: tachicardia, tremore, sudorazione, senso di soffocamento, nausea, senso di vertigini o di svenimento, confusione mentale, vampate di calore, derealizzazione (senso di non essere nella realtà) o depersonalizzazione (senso di essere fuori dal proprio corpo), paura di impazzire, paura di perdere il controllo, paura di morire. Si tratta dell’espressione più acuta dell’ansia che si verifica e si risolve nel giro di pochi minuti (15-20minuti al massimo).
Una volta sperimentato il primo attacco di panico, l’individuo tende a rimanerne condizionato e a mettere in atto comportamenti di evitamento di luoghi e di contesti a suo parere ansiogeni. L’attacco di panico, ma soprattutto i pensieri successivi all’attacco di panico, penalizzano fortemente la qualità della vita del soggetto. La necessità di proteggersi dall’eventualità del panico spinge, ad esempio, il soggetto a non guidare, a non prendere i mezzi pubblici, a non frequentare contesti sociali per il timore di star male e di essere riconosciuti come “malati, strani, diversi, problematici” dagli altri.
C’è da specificare che il DAP puro si manifesta inaspettatamente, vale a dire che non è associato ad alcuna causa specifica ma interviene in maniera improvvisa. Si parla invece di Fobia quando vi è una causa associata al panico, cioè quando interviene un’ansia acuta e spropositata di fronte a stimoli specifici. Per quanto riguarda la Fobia Specifica, si tratta di una condizione di estremo disagio e ansia le cui cause riguardano situazioni o luoghi specifici come ad esempio, determinati animali, prendere l’ascensore, vedere il sangue, attraversare i ponti); per ciò che concerne la Fobia Sociale, il panico viene provocato dalle situazioni sociali in cui l’individuo si sente osservato ed esageratamente giudicato negativamente dagli altri. Nel Disturbo post traumatico da Stress, il panico è suscitato da quegli stimoli specifici che riportano l’individuo all’evento traumatico subìto.
Le cause del DAP hanno a che fare con fattori di tipo biologico-genetico (maggiore predisposizione genetica/possibile presenza di disturbi d’ansia in famiglia); fattori ambientali come possono essere alcuni eventi di vita traumatici o particolarmente stressanti; ulteriori fattori esogeni come l’uso e l’abuso di sostanze (cannabis, cocaina, droghe sintetiche, abuso d’alcol); fattori legati alla personalità e allo stile di pensiero tendente alla preoccupazione e al controllo.
Ipocondria
È un disturbo d’ansia associato alla paura eccessiva per le malattie (l’ansia deve perdurare per almeno 6 mesi in assenza di diagnosi di malattia reale). Il timore è di contrarre o di essere affetto da una malattia grave interpretando erroneamente alcune manifestazioni fisiche come sintomi che confermano la diagnosi di cui il soggetto è convinto.
Spesso, l’individuo ipocondriaco ricorre tempestivamente dallo specialista per fare accertamenti ma non sempre tiene in considerazione il parere medico, anzi, spesso invalida le rassicurazioni obiettive dello specialista che lo ha visitato e sente la necessità di ottenere un ulteriore approfondimento o un ulteriore parere medico, oppure può dirigere la sua ansia verso una diversa patologia. All’opposto, la paura eccessiva ed ingiustificata per le malattie può far scaturire comportamenti di evitamento e di rifiuto per le visite mediche tali per cui il soggetto manca puntualmente alle visite specialistiche.
Tendenzialmente l’ipocondria si sviluppa a seguito di un evento critico che riguarda la salute del soggetto o di un caro o di un conoscente. Da quel momento, si insinua nel pensiero della persona una rimuginazione continua sulla propria salute che deve essere trattata attraverso una ristrutturazione del pensiero in cui si rende maggiormente critico e oggettivo il soggetto, lo si rinforza sul suo sistema di sicurezza interna dal momento che appare decisamente fragile e vulnerabile.
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