Mindfulness
Mindfulness: il potere del respiro

La Mindfulness è la disciplina della consapevolezza. E’ un modo di vivere in cui ci ricordiamo di notare che la mente, il cuore ed il corpo sono pienamente presenti nel qui ed ora. Non a caso per favorire la capacità di essere presenti a sé stessi, si propone la pratica della consapevolezza del respiro visto come straordinario supporto del nostro essere coscienti.

Il respiro è sempre con noi dal primo all’ultimo istante di vita; ovunque noi siamo possiamo sintonizzarci su di esso riportandoci istantaneamente nel momento presente. Osservare il respiro è il modo più facile ed efficace per cominciare gli esercizi di meditazione. Esso attraversa diversi punti del nostro corpo, in modoparticolare, le narici, il petto e la pancia, dando a ciascuno un preciso movimento e determinate sensazioni che sarà fondamentale notare. Consapevolezza del respiro significa semplicemente osservare il corpo in relazione all’inspirazione ed espirazione senza apportare alcuna forzatura. Nei casi in cui il paziente mostri maggiore ansia, lo si indirizza ad osservare la respirazione nella pancia poiché è stato riscontrato essere particolarmente calmante. Jon Kabat-Zinn, professore di Medicina e fondatore della clinica per la riduzione dello stress dell’Università del Massachussetts, descrivendo le emozioni perturbanti l’individuo, le paragona al vento che, soffiando forte, va ad increspare la superficie ondulata del mare. Così anche la mente si agita quando scossa dalle perturbazioni esterne. Se si scende in profondità, ben al di sotto della superficie del mare, si avverte solo una lieve oscillazione. Scendendo quindi nella pancia, si ritrova la stessa sensazione di maggiore calma, lontana dalle turbolenze della mente e dei pensieri che la attraversano. Provare a fare questo esercizio significa porre l’attenzione sul respiro ad un livello profondo del corpo e ciò serve a ristabilire equilibrio senza di fatto fare null’altro che osservare le sensazioni ed i lievi movimenti dell’addome, lontani dall’agitazione causata dai pensieri. Prestare attenzione al respiro rappresenta la possibilità di stabilire un’ancora all’interno di sé al di sotto dell’agitazione, acquisendo così uno stato di tranquillità e di stabilità. Ritrovando un centro stabile ed equilibrato di sé, anche i pensieri agitati cambiano poiché li si possono osservare da una prospettiva salda e risultano pertanto maggiormente gestibili.

Ascoltare il respiro

Porre l’attenzione su un unico aspetto accresce la capacità di concentrazione. In modo particolare, focalizzarsi esclusivamente sulla respirazione permette non solo di aumentare il senso di presenza a se stessi, ma anche di raggiungere un equilibrio di calma e di pace. La capacità della mente è anche quella di indirizzare il respiro in zone doloranti o affaticate del nostro corpo (ciò viene insegnato anche negli ospedali nei vari corsi di respirazione, specie nei corsi di preparazione al parto in cui il dolore è massimo, ma grazie alla potenza della giusta respirazione la sofferenza viene arginata). La sensazione è di intervenire sul corpo e sul dolore della parte malata quando invece si sta compiendo unicamente un’operazione mentale in cui si stabilizzano i pensieri relativi al dolore. Il respiro è il nostro più fedele alleato, lo ritroviamo ovunque noi siamo, non ci abbandona mai, nell’ascoltarlo prendiamo fiducia in esso e lo osserviamo come ancora che ci riporta alla giusta distanza dai pensieri e dagli accadimenti esterni. Tenendoci a distanza otteniamo una prospettiva più ampia riuscendo così ad osservare ed includere tutti i fattori che appartengono a quell’evento sia esso mentale o reale. Questa è la consapevolezza: la capacità di osservare noi stessi in rapporto al tutto. La respirazione consente la possibilità di riportarci su di noi, di osservarci e di osservare le scelte che abbiano a disposizione calmando lo stress e la forte ansia.

Come osservare il respiro

Il primo modo, chiamato meditazione strutturata, consiste nel dedicare un tempo specifico all’osservazione del respiro. Bisogna decidere consapevolmente di interrompere ogni attività per fermarsi a praticare questo “esercizio” notando l’inspirazione e l’espirazione nelle diverse parti del corpo. Tale pratica deve essere voluta e quindi cercata. Bisogna stabilire di voler sospendere la propria routine per praticare l’osservazione consapevole e più si pratica, più il senso di stabilità diviene robusto e sicuro. Jon Kabat-Zinn usa un’espressione assolutamente giusta nel rendere un’idea appropriata di meditare su di sé. Lui usa dire “tornare a casa” ogni volta che si torna a sé ed al proprio essere più profondo. Per la meditazione strutturata esiste una pratica precisa in cui bisogna seguire determinati passaggi proposti nel protocollo dei corsi intensivi della Mindfulness.

Il secondo modo di osservazione può avvenire attraverso la meditazione non strutturata che consiste nell’osservare il respiro ovunque ci si trovi, durante o tra le attività che si svolgono nella giornata senza obbligatoriamente fermarsi per praticare. Questo tipo di meditazione è altrettanto importante e dovrebbe essere effettuata come arricchimento della pratica strutturata come modo per poter prestare percepire sé stessi di tanto in tanto nella giornata percependo il modo in cui stiamo all’interno delle nostre attività e potendo così ritornare ad uno stato di calma fisica e psichica. Questo tipo di osservazione non richiede tempo, ma richiede solo di potersene ricordare alcune volte durante il giorno.

Conclusioni

La consapevolezza del respiro è fondamentale in ogni pratica della Mindfulness, la ritroviamo in ogni meditazione come lo yoga, le meditazioni sulle sensazioni e sul corpo, le meditazioni camminate. Attraverso il respiro ritorniamo a percepire noi stessi dall’interno ed a riconoscere il punto in cui siamo e le emozioni che stiamo provando.

Perseverare nel tempo nell’osservare il respiro consente di familiarizzare con noi stessi. Scopriremo che il respiro diverrà il nostro più caro amico, sempre presente ed alleato, il nostro posto sicuro al quale ritornare per ritrovare noi stessi e la stabilità che cerchiamo.

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