Ludopatia e disturbo ossessivo compulsivo: cura e trattamento

Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il fenomeno della ludopatia in Italia riguarderebbe circa il 36% della popolazione maggiorenne, con un forte incremento a partire dalla pandemia. Tuttavia, dei circa 18,4 milioni di persone interessate, solo una piccola percentuale si rivolge ad un professionista per un aiuto qualificato.
Il dilagare del gioco d’azzardo, anche tra i più giovani, spesso si accompagna alla tendenza a sottovalutare la gravità del problema che, al contrario, rientra a pieno titolo nella sfera del disturbo ossessivo compulsivo.
Ma come riconoscere i sintomi della dipendenza patologica dal gioco d’azzardo?
Scopriamo cos’è la ludopatia, quali sono i sintomi da tenere sotto controllo e come fare per affrontarla grazie all’aiuto di uno psicologo e psicoterapeuta.
Che cos’è la ludopatia?
Il dilagare del gambling o gioco d’azzardo è da anni sotto gli occhi di tutti vista la crescita esponenziale di centri scommesse, bingo, sale giochi e siti di scommesse online. Eppure non tutti sono consapevoli dell’entità del problema: quello che nasce come ‘momento ludico’, diventa a tutti gli effetti una patologia, un disturbo comportamentale incontrollabile e in grado di interferire con la sfera sociale e psicologica del paziente. Non a caso, la ludopatia o gioco d’azzardo patologico (GAP) dal 2013 viene classificata nell’ambito del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) come una dipendenza comportamentale che persiste nel tempo. Come per altri disturbi, quali la tricotillomania, la dipendenza da gioco d’azzardo per i suoi caratteri di ripetitività, compulsività e per l’incapacità di smettere viene fatta rientrare nella categoria dei Disturbi Ossessivo-Compulsivi. Tuttavia, se ne distingue perché, nei soggetti ludopatici, la dipendenza non è associata ad emozioni negative, al contrario produce emozioni positive di cui il paziente, pur sforzandosi, non può fare a meno. Il paziente solitamente non si rende totalmente conto della sua dipendenza e tenta in tutti i modi di sminuirla o negarla ricorrendo a bugie e sotterfugi per nasconderla.
Come riconoscere la dipendenza patologica dal gioco d’azzardo?
I sintomi della ludopatia sono quelli tipici della dipendenza patologica e comportamentale. In particolare, si può parlare di gioco d’azzardo patologico quando si presentano almeno quattro dei seguenti sintomi per un periodo di tempo di un anno:
- stati di irritabilità e senso di irrequietezza quando il gioco si interrompe;
- bisogno incontrollabile e crescente di giocare, accompagnato da stati di stress, depressione o ansia;
- ossessione rispetto all’idea del gioco;
- tentativi fallimentari di gestire l’impulso di giocare;
- bisogno di puntare somme di denaro sempre più elevate;
- ricorso frequente a prestiti da investire nel gioco;
- desiderio incontrollato di giocare anche a fronte di perdite di ingenti somme;
- conseguenze sulle relazioni sociali e interpersonali, oltre che sul lavoro e sullo studio;
- negazione del proprio disturbo;
- tendenza a mentire ripetutamente per nascondere il proprio disturbo.
In generale, i soggetti dipendenti dal gioco d’azzardo sono molto competitivi, irrequieti, inclini all’avventura e a caccia dell’eccitazione generata da puntate sempre più alte anche a seguito di ripetute perdite nel vano tentativo di recuperarle. Solitamente la ludopatia si manifesta sin dall’adolescenza, ma può svilupparsi anche in età adulta.
Da cosa nasce la ludopatia?
Più che di cause, è più corretto parlare di una concomitanza di fattori che possono dare origine alla ludopatia. In particolare, gli studi scientifici dimostrano che il gioco d’azzardo patologico è associato ad una origine neuropsicologica che comporta una difficoltà di controllare gli impulsi. L’aspetto neurologico del disturbo è riferibile al ‘circuito della ricompensa’ in cui avviene un rilascio di dopamina (l’ormone della gratificazione). Tale circuito però è alterato poiché non più adattivo ma ripetitivo e dannoso. Certi comportamenti, tra cui il gioco d’azzardo, risultano essere così rilevanti dal punto di vista del piacere e della motivazione da superare la ricerca di altre fonti di piacere e benessere come cibo e sesso.
Allo sviluppo del comportamento ludopatico concorrono fattori ambientali, legati alla situazione familiare o al contesto sociale in cui si è cresciuti. Partecipano inoltre fattori scatenanti quali traumi pregressi o fattori psicologici, stress e ansia. In molti casi si sperimenta una comorbidità con i disturbi di personalità (in particolare borderline, istrionico e narcisistico), il già citato disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo evitante e il disturbo passivo-aggressivo.
Curare e combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo
Al pari delle altre dipendenze e disturbi comportamentali compulsivi, la cura e il trattamento della ludopatia richiedono una diagnosi ad opera di una figura specializzata, volta ad individuare l’approccio più adatto al paziente. Per combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo, l’approccio più efficace prevede di affiancare una psicoterapia cognitivo-comportamentale ad una terapia farmacologica. In particolare, grazie alla psicoterapia è possibile indagare a fondo le cause che sono alla base del disturbo e individuare le strategie più idonee ad evitare conseguenze sulla vita del paziente e sulla sua socialità. In questo, può risultare determinante il coinvolgimento di familiari e amici. L’integrazione con una terapia farmacologica risulta particolarmente indicata nei casi di comorbilità con altri disturbi quali ansia, depressione o altre malattie psichiatriche. Lo psicologo può suggerire anche sedute di terapia di gruppo allo scopo di confrontarsi con altri pazienti e sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio problema.
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