Disturbi del comportamento alimentare (DCA)
Un disturbo alimentare diffuso: Binge Eating Disorder

Esiste un disturbo della nutrizione caratterizzato dal “mangiar tanto” seguendo il criterio delle abbuffate a prescindere dalla reale sensazione di fame. Si chiama Binge Eating Disorder (BED). In inglese, binge significa abbuffata pertanto il nome di tale disturbo prende spunto da questa parola.

Cos’è

Il Binge Eating Disorder è un disturbo da alimentazione incontrollata in cui le persone riferiscono ricorrenti episodi di abbuffate compulsive in assenza di comportamenti di compensazione inappropriati (es. vomito autoindotto, digiuno, eccessivo esercizio fisico, abuso di lassativi o diuretici). Un elevato quantitativo di cibo viene ingerito piuttosto velocemente e spesso avviene anche in assenza dello stimolo della fame. L’individuo percepisce di sentirsi esageratamente pieno, di provare sentimenti di colpa, depressione, ansia, imbarazzo o, in generale, avverte una sensazione di disagio diffuso dopo l’abbuffata. Questi episodi devono presentarsi almeno uno volta alla settimana per sei mesi affinché possa essere fatta la diagnosi di disturbo alimentare BED.

Certamente, esiste un livello di gravità che dipende dall’entità e dal numero di abbuffate. Sebbene il peso non venga tenuto in considerazione come fattore diagnostico, solitamente è superiore alla norma visto che non è seguito da condotte di compensazione (come invece accade nel caso di bulimia) che riducono l’introito calorico. Nonostante il reale desiderio di seguire una dieta ferrea poiché è l’unico rimedio per risolvere mentalmente la preoccupazione del sovrappeso, le persone che soffrono di questo disturbo non riescono a seguire un regime alimentare ipocalorico e ciò causa un grande problema di frustrazione.

Epidemiologia

Circa il 12% della popolazione non ha controllo del cibo ingerito e non ne è consapevole. Il BED è il disturbo alimentare con la maggiore prevalenza nella popolazione generale attestandosi tra 0,7% e 4%. Solitamente il periodo di esordio va dalla adolescenza alla giovane età adulta. L’incidenza maggiore appartiene al sesso femminile rispetto a quello maschile con un rapporto di 9% vs 3%. Se il disturbo non viene trattato, tende a cronicizzarsi.

Trattamento

Per quanto riguarda il trattamento, si prevede un approccio multidisciplinare che affronti il problema contemporaneamente da più fronti. Il trattamento può usufruire di un’ampia scelta di interventi psicofarmacologici, della psicoterapia cognitivo-comportamentale, della psicoanalisi (specie in un secondo momento della psicoterapia), di gruppi di auto-aiuto, di gruppi psico-educazionali e di un intervento educazionale pratico di gestione del modo di nutrirsi.

Studi longitudinali, vale a dire studi sperimentali in cui i pazienti vengono osservati e monitorati per un lungo periodo nell’ordine di anni, dimostrano che le psicoterapie sono molti efficaci nel produrre un cambiamento positivo e duraturo di tale psicopatologia.

Cause

Numerosi studi scientifici dimostrano che gli individui che soffrono di un disturbo alimentare presentano una percentuale maggiore, rispetto al gruppo di controllo, di difficoltà nella regolazione adattiva delle emozioni, vale a dire difficoltà nell’identificare le emozioni, viverle ed esprimerle in modo adeguato. L’alessitimia, patologia riferita all’incapacità di indentificare e descrivere verbalmente le proprie emozioni, risulta avere un tasso di prevalenza piuttosto elevato nei casi di disturbi alimentari. I soggetti che soffrono di alessitimia sono orientati all’esterno e questo significa che non sono portati ad affacciarsi al loro mondo interno e non sanno dare attenzione verso ciò che provano. Coloro che hanno scarsa consapevolezza enterocettiva (consapevolezza delle sensazioni interiori) non sono esenti dalle emozioni, ma semplicemente le allontanano dalla loro consapevolezza, specie quelle negative. A tal proposito, la dissociazione entra a far parte di questi quadri clinici. La dissociazione è un particolare meccanismo di difesa inconscio atto a “prendere le distanze” dalla reazione emotiva inconsciamente giudicata dal soggetto come intollerabile. Muovendosi all’interno della “distanza da se stessi”, non si ha modo di entrare a contatto con le emozioni, di conoscerle e quindi non si impara a gestirle. È come se le emozioni negative scatenassero un vissuto di disagio non bene identificato e si cercasse di espellerlo utilizzando la dissociazione e gli altri canali inappropriati quali, ad esempio, le abbuffate. In sintesi, i casi di Binge Eating Disorder vivono una grande difficoltà nel:

  • discriminare le emozioni dalle altre sensazioni fisiche e fisiologiche (es. fame, la stanchezza, l’insoddisfazione, ecc.);
  • accorgersi dei segnali di regolazione dell’appetito, non riuscendo ad identificare correttamente lo stimolo della fame, ma neanche i segnali della sazietà e del gusto;distinguere i vissuti emotivi;
  • adottare le strategie di gestione e di espressione emotiva adattive ed adeguate.
Approccio Mindfulness e conclusioni

Accanto a validi interventi di psicoterapia, è possibile associare la pratica della Mindfulness come rinforzo per la cura del BED. La Mindfulness è la pratica della consapevolezza che offre un’ottima opportunità per aumentare la capacità di regolare le emozioni. Essa consente alle persone di allenarsi a spostare l’attenzione dall’esperienza esterna focalizzandosi su quella interna. Attraverso opportuni esercizi di consapevolezza, essa permette di identificare i vissuti emotivi osservandoli senza reagire ad essi e contemporaneamente consente di migliorare la capacità di discriminare i correlati fisiologici delle emozioni da quelli legati all’appetito ed alla sazietà.

In conclusione, la breve descrizione dei fattori più importanti legati al BED dimostra che i disturbi alimentari sono fenomeni molto complessi e resistenti anche di fronte ad un evidente deterioramento del benessere psico-fisico. Essi vanno gestiti il più possibile con un approccio multidisciplinare poiché vedono coinvolti parallelamente l’area del comportamento, del pensiero e delle emozioni.

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